Lenci ceramiche

Lenci: L’evoluzione di un marchio iconico nell’universo delle ceramiche artistiche, trasformando un sogno in pura raffinatezza

Gli esordi e il successo

Il marchio “Ars Lenci” venne depositato a Torino il 23 aprile 1919, una data simbolica che però indica l’inizio di un’attività avviata già qualche tempo prima da Helen Konig, moglie del proprietario Enrico Scavini. Helen iniziò a realizzare bambole di stoffa come attività terapeutica dopo la prematura perdita della figlia. Scavini trasformò questo passatempo in un’attività vera e propria, ideando un sistema per pressare a vapore i teli di feltro utilizzati da Helen per creare le bambole, all’interno di stampi metallici. Anche l’origine del termine “Lenci” è attribuibile alla moglie di Scavini, giocando con il diminutivo di Helen (affettuosamente chiamata Elenchen dal padre e storpiato da lei stessa in “Lenci”).

L’avventura commerciale delle bambole disegnate da Scavini, con la collaborazione degli artisti Sandro ed Emilio Vacchetti, sotto il marchio Lenci, ebbe inizio in Italia tra le due guerre. Il successo a livello nazionale fu immediato grazie alla eccellente qualità delle bambole, e presto i prodotti Lenci vennero distribuiti anche a livello internazionale, conquistando successo in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e in Australia.

Nel 1923 fu aperto il primo negozio Lenci a Milano, in Galleria, e nello stesso anno iniziarono le esposizioni delle bambole in Biennali ed Esposizioni Internazionali d’Arte. Il successo della Lenci in quegli anni era dovuto soprattutto all’eleganza e alla raffinatezza con cui le bambole venivano dipinte. La crescente popolarità del marchio era attribuibile anche alla presenza di talentuosi artisti e tecnici come Giovanni Spertini, che aveva già lavorato alla Lavenia con Andloviz, Lionello Franchini e Clare Burchart, ceramista per Rosenthal. Inoltre, la casa torinese vantava un enorme patrimonio di schizzi, disegni e bozzetti creati dai collaboratori coinvolti, come Marcello Dudovich, che venivano poi trasformati in raffinate ceramiche. Tuttavia, il grande successo artistico e il valore acquisito dalle bambole ebbero anche un effetto negativo: a partire dal 1925, iniziarono a invadere il mercato imitazioni delle Lenci. Fortunatamente, l’idea di creare un nuovo prodotto in ceramica era già maturata all’interno dell’azienda torinese.

Tuttavia, il vero trampolino di lancio per l’azienda fu l’esposizione, nel 1929, di novantacinque pezzi presso la Galleria Pesaro a Milano, un evento che suscitò l’interesse della critica. Numerose recensioni positive sulle ceramiche Lenci furono pubblicate, soprattutto dal Corriere della Sera. Nel settembre del ’30, “Domus” dedicò il frontespizio della rivista a un multiplo della manifattura: i Cerbiatti, di Felice Tosalli, definito “…una delle più deliziose ceramiche edite da Lenci”.

La crisi

Gli apprezzamenti della critica non riuscirono però a salvare la Lenci dalla crisi dovuta al crollo dei mercati internazionali, in particolare al crollo del mercato statunitense del ’29. Dal 1933, i fratelli Garella subentrarono nella gestione della Lenci, rilevando completamente la proprietà nel ’37 e dando inizio a una gestione meno innovativa e pionieristica, che comunque si affidò e appoggiò ai principali artisti: Mario Sturani, Felice Tosalli, Gigi Chessa e Abele Jacopi. Sandro Vacchetti fondò negli stessi anni una nuova manifattura, la Essevi. Helen Konig Scavini, una volta ceduta l’azienda ai fratelli Garella nel 1937, venne assunta per cinque anni dall’azienda in qualità di direttrice artistica; nel 1938 morì il marito ed ex socio e dal 1941 interruppe la sua attività di ceramista. Morì a Torino nel 1974. Nell’ultimo periodo produttivo vennero realizzati pochi nuovi pezzi di alto impegno e livello, come Mamma Sirena, creata sempre su disegno di Helen Konig; e si puntò soprattutto a riproporre i pezzi più noti, affiancandoli ai costumi regionali e ai più moderni personaggi di Walt Disney.

Gli artisti Lenci

Dalla ditta passarono dei veri e propri maestri della ceramica che fecero scuola a partire dalla fondatrice Helen Konig, passando per scultori, litografi, pittori e pubblicitari che dedicarono parte della loro carriera alla creazione di queste raffinate ceramiche. Tra i più importanti ricordiamo:

Clelia Bertetti: nasce a Torino nel 1904 e frequenta, dal 1918 al 1920, l’Accademia di Belle Arti a Torino. Successivamente, termina gli studi a Firenze, dove frequenta lo studio dello scultore Guido Cadori. Nel 1927 trova lavoro presso la manifattura “Lenci” di Torino, dove lavora per tre anni e ricopre anche l’incarico di capo del reparto ritocco. Nel 1929, la “Lenci” presenta alcuni dei suoi lavori alla mostra presso la Galleria Pesaro di Milano. Clelia Bertetti è la prima tra gli artisti impiegati presso l’importante manifattura torinese a lasciare la ditta nel 1931, al fine di aprire un laboratorio indipendente. Nel 1932, insieme a Piero Ducato, apre una bottega di ceramica artistica chiamata “Le Bertetti”, con sede a Torino in via Alpignano 16

Da Milano Giulio: (Nizza – Francia 1895 – Torino nel 1990) Compie gli studi presso l’Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Cesare Ferro e Giacomo Grosso e completa la sua formazione artistica nei suoi numerosi soggiorni parigini frequentando la cerchia dei post-impressionisti di Derain e Vlaminck.Nel 1927, alla rassegna degli Amici dell’Arte di Torino, tiene la sua prima personale. Nel 1928 inizia la sua collaborazione con la manifattura “Lenci” di Torino.

Gigi Chessa: (Torino, 15 maggio 1898 – Torino, 23 aprile 1935) : Abile incisore e acquafortista, iniziò a collaborare con Lenci nel 1922, realizzando disegni per ceramiche. Fu Chessa a curare l’allestimento del padiglione Lenci alla Triennale di Monza nel 1923, occupandosi anche della progettazione dei tappeti e del mobilio.

Helen Konig Scavini: (Torino 1886 – 1974) è Nel 1919 fondò con il marito Enrico Scavini l’azienda “Ars Lenci”, iniziando a produrre le celebri bambole in panno colorato. Nel 1928 iniziò con la produzione di ceramiche artistiche. Ceduta l’azienda ai fratelli Garella, nel 1937 Helen venne assunta per cinque anni dall’azienda in qualità di direttrice artistica; nel 1938 morì il marito Enrico e dal 1941 interruppe la sua attività di ceramista. Morì a Torino nel 1974.

Abele Jacopi: (1882-1957), A partire dal 1934, lavorò con grande impegno per la manifattura Lenci. Di particolare importanza è la statua realizzata per il Duomo di Milano raffigurante San Contardo Ferrini.

Porcheddu Beppe: nato a Torino nel 1898, è un pittore, illustratore e decoratore autodidatta. Ha studiato architettura al Politecnico di Torino sotto l’incoraggiamento dello scultore Bistolfi. Esordisce come illustratore nel 1919 sulla rivista “Pasquino” e collabora con altre riviste come “Numero”, “La Lettura”, “L’Illustrazione del Popolo” e “Il Secolo XX°” l’anno successivo. A partire dal 1920, lavora nella sezione artistica delle Edizioni De Agostini. Nel 1922 inizia a collaborare con la fabbrica “Lenci”, creando disegni per bambole, arredi e, successivamente, modelli per ceramiche esposti alla mostra della produzione “Lenci” presso la Galleria Pesaro di Milano nel 1929. Inoltre, nota è la sua collaborazione nella seconda metà degli anni ’30 con la “Rometti” di Umbertide.

Massimo Quaglino, nato nel 1899 a Refrancore (Asti), è un versatile artista noto come pittore, illustratore e ceramista. Si trasferisce a Torino nel 1904 e sviluppa la sua passione per l’arte. Nel 1928,inizia anche a collaborare con la rinomata manifattura ceramica torinese chiamata “Lenci”, dove crea ceramiche dallo stile umoristico e caricaturale. Lavora per la “Lenci” fino al 1930. Nel 1929, alcune delle sue ceramiche realizzate per la “Lenci” vengono esposte alla Galleria Pesaro di Milano.

Felice Tosalli: (Torino, 1883 – Torino, 1958) : Verso la fine degli anni ’20, iniziò la sua collaborazione con Lenci, per la quale realizzò principalmente figure di animali. Tosalli combinò suggestioni mitologiche con l’animalismo tedesco e danese di Rosenthal e Copenaghen, che rappresentavano le principali culture nordiche nel campo della ceramica.

Sandro Vacchetti: (Carru’ 1889-1976). Dal 1919 iniziò a modellare per Lenci le testine per le famose bambole in panno. Assunse la direzione artistica Lenci fino al 1934, anno in cui diede avvio alla propria manifattura, la Essevi.

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