Author: LOREDANA CARENA 

Al Museo d’Arte Orientale di Torino terzo appuntamento del ciclo espositivo Frontiere liquide e mondi in connessione

Il MAO di #Torino non è un semplice spazio espositivo concepito per la mera fruizione di oggetti artistici. E’, anche, un luogo di incontro, di studio, di approfondimenti dove si è attratti a tornare più volte, in quanto ogni visita è sempre un’esperienza nuova di conoscenza. “Le mostre organizzate al MAO – spiega Davide Quadrio, direttore del Museo d’Arte Orientale – sono momenti di conoscenza, di analisi e di fruizione nello stesso tempo. Il museo fornisce interpretazioni e suscita anche dei dubbi che portano all’approfondimento e alla ricerca”.

In quest’ottica di museo, come spazio aperto in senso lato, è stato ideato anche il terzo appuntamento del ciclo espositivo Frontiere liquide e mondi in connessione dall’emblematico titolo Trad u/i zioni d’Eurasia. 

L’esposizione, curata da Nicoletta Fazio, Veronica Prestini, Elisabetta Raffo e Laura Vigo, focalizza l’interesse sul ruolo fondamentale svolto dall’Asia e dal Mediterraneo come centro di traduzione culturale e luogo di connessione, negoziazione e continua riproposizione. In questo scambio osmotico di reciprocità tra l’Asia e l’Europa, durato per secoli, è evidente come non sia opportuno parlare di rigidi confini tra le nazioni, ma di frontiere liquide. 

La commistione di culture e di tradizioni differenti emerge negli oggetti più disparati sia nelle funzioni sia nei materiali che, importati ed esportati dai mercanti nella tratta commerciale euroasiatica, sono la testimonianza delle reciproche influenze tra popolazioni diverse.

Partendo da una visione non esclusivamente eurocentrica, Nicoletta Fazio, Veronica Prestini, Elisabetta Raffo e Laura Vigo hanno selezionato una serie di oggetti che facessero emergere, tra i vari aspetti, anche l’importanza della funzione dei colori, come il blu,  l’oro, il rosso, e dei materiali tra cui la ceramica, la carta, i metalli e i tessuti. La mostra Trad u/i zioni d’Eurasia, suddivisa in sezione tematiche, presenta una serie di pezzi rari e preziosi come  bruciaprofumi zoomorfi in metallo, realizzati in Iran tra il IX e il XIII secolo; ceramiche bianche e blu, prodotte tra il Golfo Persico e la Cina; una raffinata selezione di “panni tartarici”, stoffe dorate e seriche del XIII secolo e prodotte nell’area tra la Cina e l’Iran durante la dominazione mongola, e rari esemplari di tiraz egiziani del X secolo, tessuti arricchiti da iscrizioni ricamate.

Molte delle opere esposte provengono da importanti collezioni e istituzioni italiane, che sottolineano e valorizzano la presenza sul territorio nazionale di una storia multiculturale: la Fondazione #Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica, l’ Aron Collection, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, la Chiesa di San Domenico di Perugia, il Museo delle Civiltà di Roma, la Galleria Sabauda dei Musei Reali e Palazzo Madama di Torino.

Anche il terzo appuntamento del progetto Frontiere liquide e mondi in connessione propone un dialogo tra l‘arte antica e l’arte contemporanea. Nel percorso espositivo, infatti, sono inserite le opere MOSADEGH (2023) dell’artista iraniana Shadi Harouni, che utilizza la parola scritta per unire la storia del suo Paese con l’esperienza universale legata alla perdita, alla repressione, alla guarigione e all’audacia, e l’installazione immersiva Shimmering Mirage (Black), 2018 di Anila  Quayyum Agha.

A ciò si aggiunge l’installazione site-specific dell’artista franco- marocchina, nata a Parigi nel 1971, Yto #Barrada. Si tratta di un lavoro in fieri, ideato per mutare gradualmente nel corso di un anno espositivo, offrendo nuove potenziali riflessioni sul colore e sulla materialità delle opere in mostra, partendo dal saggio di Emily Noyes Vanderpoel (1842-1939), Color Problems: A Practical Manual for the Lay Student of Color, che indaga la proporzione di colore derivata da oggetti come le piastrelle assire, i tappeti persiani, la cassa di una mummia egizia o una tazza da tè e un piattino.

Il progetto di Yto #Barrada è realizzato in collaborazione con la Fondazione Merz, dove l’artista realizzerà una personale nell’autunno 2024. Yto Barrada è la vincitrice della quarta edizione del Mario Merz Prize, premio biennale, istituito nel 2013, con lo scopo di individuare e di sostenere personalità nel campo dell’arte e della musica contemporanea in ambito internazionale.

La mostra è arricchita da una sezione editoriale, curata da Reading Room, con una selezione di pubblicazioni, zines e libri d’artista per approfondire alcune delle tematiche affrontate in Trad u/i zioni d’Eurasia.

I contenuti dell’esposzione sono disponibili in LIS, Lingua dei Segni italiana, e in versione audio, grazie alla convenzione istituita tra il MAO e l‘Istituto dei Sordi di Torino.

Informazioni

Trad u/i zioni d’Eurasia, 5 ottobre 2023 – 1 settembre 2024, MAO, Museo d’Arte Orientale, via San Domenico n.11, TORINO. Orari: martedì-domenica 10.00-18.00|lunedì chiuso|la biglietteria chiude alle 17.00|ultimo ingresso alle 17.00 -Tel. +39 011 4336932 www.maotorino.it  www.fondazionetorinomusei.it/it

Per le #scuole sono proposti dei percorsi di visita con laboratori: Trame e orditi tra mondi in connessione (da 8 anni in su) e Diamo forma all’argilla (per ogni fascia d’età) – prenotazioni: maodidattica@fondazionetorinomusei.it 

(Foto ufficio stampa: “MAO, Torino, Allestimento mostra Traduz u/i zioni d’Eurasia” – photo Perottino)

Leggi anche: https://www.antichitafiorio.com/mao-metalli-sovrani-blu-di-persia-loredana-carena/

 

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