Author: LOREDANA CARENA

Un secolo fa nasceva la celebre fotografa austriaca che non amava ritrarre guerre e distruzioni e a lei è dedicata la mostra monografica al Filatoio di Caraglio

Inge Morath (Graz 1923 – New York 2002), la prima donna a infrangere l’egemonia maschile nel mondo fotogiornalistico, entrando nel 1953 a far parte della famosa Magnum Photos Agency, costituitasi da pochi anni.

Fu proprio uno dei suoi fondatori, Robert #Capa, a chiedere a Inge di unirsi al team di fotoreporter, prima come membro associato e poi effettivo, pubblicando nel 1955 la prima delle sue trenta collezioni fotografiche.

Appassionata, acuta, incessante viaggiatrice, Inge Morath concepì il mezzo fotografico come un modo per fermare istanti della quotidianità e per raccontare quel qualcosa d’altro dei personaggi ritratti che, soltanto uno spirito fortemente empatico e sempre capace di meravigliarsi e di stupirsi, come quello di Inge, era capace di catturare. “La chiusura dell’otturatore è un momento di gioia, paragonabile alla felicità del bambino che in equilibrio in punta di piedi, improvvisamente e con un piccolo grido di gioia, tende una mano verso l’oggetto desiderato”. Così Inge Morath spiegava il sentimento di gioia che provava nel momento in cui arrivava allo scatto finale.

Avendo vissuto in prima persona gli anni del nazionalismo tedesco e la seconda guerra mondiale, Inge Morath decise che, con le sue fotografie, non avrebbe mai ricordato quei momenti drammatici e nemmeno altre forme di violenza e di tragedie umane.

Tutto il suo vasto repertorio fotografico si potrebbe considerare come un vero e proprio diario personale, composto da “appunti” visivi dei personaggi da lei ritratti, tra cui Jean Arp, Alexander #Calder, Audry Hepburn, Pablo Neruda, Pablo #Picasso e molti altri ancora, e dei numerosi luoghi visitati per la realizzazione di reportage in Europa, Asia e America.

“La fotografia è un fenomeno strano. Ti fidi del tuo #occhio, ma non puoi evitare di mettere a nudo la tua #anima“. Così Inge Morath interpretava la fotografia: un connubio tra occhio e anima.

Ed è proprio da questo binomio, tra un concreto ed un astratto, che prende avvio la mostra inedita, Inge Morath. L’occhio e l’anima, al Filatoio di Caraglio dal 19 ottobre 2023. L’esposizione, che presenta oltre duecento opere suddivise in quindici sezioni tematiche, è curata da Marco Minuz critico e giornalista, e da Brigitte Blüml – Kaindle e Kurt Kaindl, che dirigono il centro Fotohof di #Salisburgo, tra le principali istituzioni attive nel promuovere la fotografia austriaca.

Brigitte e Kurt Kaindl stabilirono con Inge Morath un rapporto di amicizia e organizzarono a #Salisburgo l’importante mostra Inge Morath: Fotografien 1952-1992. Negli anni successivi si recarono a farle visita negli Stati Uniti, dove Inge si spegnerà il 30 gennaio 2002 a New York all’età di 78 anni.

La mostra, visitabile sino al 25 febbraio 2024 al Filatoio di Caraglio, è promossa e realizzata dalla Fondazione Artea e dalla Regione #Piemonte in collaborazione con #Suazes, Fotohof, Magnum Photos e Comune di Caraglio, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo della Fondazione #CRC e della Fondazione CRT.

Informazioni

“INGE MORATH. L’OCCHIO E L’ANIMA”, 19/10/2023 – 25/02/2024, Il Filatoio, via Matteotti n.40 – CARAGLIO (CN)- Orari: giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 19.00 | sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00. La biglietteria chiude alle 18.30. Biglietteria presso la sede espositiva Il Filatoio e su www.ticket.it – www.fondazioneartea.org

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