Author: LOREDANA CARENA
Viaggio nella statuaria italiana da Edoardo Rubino a Paolo Icaro
Cinquanta opere di 40 artisti per raccontare i cambiamenti epocali della scultura italiana dal 1940 al 1980. E’ questo il tema della mostra “VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA. Scultura italiana 1940-1980”, curata da Riccardo Passoni, direttore della GAM di Torino, che focalizza l’attenzione sui mutamenti salienti della funzione della scultura e sul concetto stesso di scolpire.
“In questo quarantennio l’atto plastico è passato attraverso il modellare, lo scolpire, l’assemblare, il forgiare, l’architettare – spiega Riccardo Passoni – ha affrontato la tradizione e la cancellazione della stessa, ha reimpostato la questione del colore. Si è posta di fronte a considerazioni innovative nel rapporto opera/spazio. Ha quindi prima escluso e poi riaffrontato la monumentalità (intesa in senso anti-monumentale): ha affrontato tutti i cambi di scala possibili, senza complessi celebrativi. Ha ritrovato, dopo le Avanguardie storiche, le tecniche dell’assemblage e le soluzioni oggettuali. Ha sperimentato nuove condizioni di rapporto con la natura”.
La scelta dei lavori è stata fatta attingendo alla cospicua collezione di arte moderna e contemporanea della #GAM che, nel corso del tempo, si è arricchita grazie alle acquisizioni da parte sia della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris sia della Fondazione per l’Arte Moderna è Contemporanea CRT. “La scultura è un ambito a cui la Fondazione De Fornaris ha da sempre prestato particolare attenzione – dichiara Piergiorgio Re, presidente della Fondazione – incrementando anche in questo settore le collezioni del museo”. Così anche le diverse sculture di proprietà della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea #CRT inserite nella mostra, dal “Colloquio” di Pietro Consagra a “La lunetta” di Nanni Valentini, “confermano il valore delle scelte collezionistiche operate nel tempo a favore della GAM di Torino – afferma Luisa Papotti, presidente della Fondazione – con l’intento di implementarne e completarne le raccolte”.
Il viaggio nella statuaria italiana dal 1940 al 1980 inizia con un eloquente confronto tra le figure femminili del Ritratto di Eva di Edoardo Rubino, scultore dei Savoia e Senatore del Regno, dove il corpo di Eva sembra sorgere direttamente dal blocco marmoreo modellandosi nella pienezza delle forme, e La pazza di Sandro Cherchi, in cui si assiste ad una sorta di sfaldamento della materia.
L’esposizione prosegue con le declinazioni del linguaggio informale, evidenziando come, intorno al 1945 e negli anni successivi, la #scultura, eccetto sporadiche eccezioni, inizi ad affrontare una serie cambiamenti decisivi: tenta di uscire da una dimensione o da un pensiero di impostazione monumentale, o ornamentale, o di ritrattistica sia celebrativa sia privata, per avvicinarsi a nuovi soggetti e tecniche sperimentali. Per illustrare il nuovo corso della scultura di questo periodo, oltre a Sandro Cherchi e a Giuseppe Tarantino trovano spazio le terrecotte di Leoncillo, i bronzi dinamici di Umberto Mastroianni e di Pietro Consagra, i ferri di Franco Garelli, di Nino Franchina e gli assemblaggi di Ettore Colla. Campeggiano in mostra il drammatico gruppo ligneo de Miracolo (Olocausto) di Marino Marini e il grande Concetto spaziale in metallo di Lucio Fontana a cui fanno da contraltare le Donnine in ceramica di Fausto Melotti. Gli Anni Sessanta sono rappresentati dai lavori di Giuseppe Uncini, Nicola Carrino, Pietro Gallina, Mario Ceroli, dove si assiste all’utilizzo di materiali eterogenei.
La mostra continua con una scultura morbida, La Zuccaia (1966) tappeto natura in poliuretano espanso colorato di Piero Gilardi, artista innovativo e sperimentatore scomparso recentemente, con cui affronta il tema natura/artificio e allo stesso tempo denuncia la mercificazione dell’ambiente. Il tema arte/natura è ulteriormente approfondito da alcuni protagonisti dell’Arte Povera: da Lavorare sugli alberi, Alpi Marittime di Giuseppe Penone, a Senza titolo di Giovanni Anselmo, fino ai processi chimico-fisici di Gilberto Zorio.
Il percorso si conclude con le ultime esperienze tra gli Anni Settanta e l’inizio degli Anni Ottanta esemplificate nelle opere specchianti di Michelangelo Pistoletto, che catturano lo spazio circostante come in Raggiera di specchi del 1973 – 1976, e in quelle di Nanda #Vigo che con Exoteric Gate, in ferro, neon e specchi, crea una nuova spazialità. Una sorta di ritorno alla scultura, dopo la stagione concettuale e poverista, si raggiunge con la terracotta usata da Giuseppe Spagnulo e Nanni Valentini, con il gesso di Paolo Icaro, secondo diverse ascendenze, per giungere al trionfo della monumentalità con la grande Campana di Luigi Mainolfi che riecheggia la classicità, rivisitata in chiave moderna, delle colonne istoriate.
Informazioni
”VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA. Scultura italiana 1940-1980”, 4 aprile – 10 settembre 2023, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna è Contemporanea, via Magenta n. 31, Torino – Tel. +39 011 4429518 – gam@fondazionetorinomuseo.it – www.gamtorino.it/it/ Orari: dal martedì alla domenica 10,00 – 18,00 – la biglietteria chiude alle 17,00 – Biglietti: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Musei e Torino Card.
(Foto @Loredana Carena: Nanda Vigo, Frammenti di riflessione, 1976, neon, ferro e collegamenti elettrici – opera di proprietà della Fondazione per l’Arte Moderna è Contemporanea CRT in comodato alla GAM di Torino)
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4 APRILE 2023