Author: LOREDANA CARENA
A Palazzo Pigorini di Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020, una mostra inedita su Emilio Scanavino pittore, scultore, ma anche fotografo
“A me piace fotografare. Ma non cerco belle immagini, mi piace andare in giro e ritrarre lo scheletro della natura, certi buchi, certi solchi che i secoli hanno scavato nelle montagne. I detriti, che si accumulano nei luoghi dove la nostra civiltà industriale raccoglie le sue scorie, mi raccontano cose incredibili”. Con queste parole Emilio Scanavino ( Genova 1922 – Milano 1986) spiegava il motivo della sua passione per la fotografia.

Noto nel mondo dell’arte come uno dei pittori protagonisti della stagione informale, Scanavino arrichì la propria formazione soggiornando a Parigi dove incontrò celebri poeti, critici ed artisti come Edouard Jaguer, Wols e Camille Bryen.
La sua definizione stilistica assunse una nuova declinazione durante il periodo trascorso a Londra nel 1951 durante il quale fu colpito dai lavori di Francis Bacon, Graham Sutherland e Roberto Matta.
All ‘attività propriamente pittorica e scultorea Emilio Scanavino affiancò sempre quella di fotografo. La fotografia, infatti, fungeva da strumento fondamentale di indagine della realtà e della materia, diventando così una tappa fondamentale nella genesi creativa dell’opera.

In mostra, oltre ai dipinti, alle sculture e alle ceramiche (alla fine degli Anni Sessanta Scanavino fondò a Calice Ligure una comunità artistica specializzata nella ceramica e nelle attività artigianali), sono esposte più di 100 fotografie scattate dall’artista stesso, molte delle quali inedite, e conservate presso l’ Archivio Emilio Scanavino.
Le immagini fotografiche ritraggono principalmente frammenti di realtà come corde, insetti, muri, nodi, pietre, ecc… tutti elementi che acquistano il loro valore segnico ed espressivo nella trasposizione pittorica.

“La fotografia si rivela un ottimo strumento d’indagine – evidenzia Elisabetta Longari, curatrice della mostra insieme a Cristina Casero – l’obiettivo è un occhio ravvicinato a cui non sfugge nulla o, comunque, che sa cogliere ciò che l’occhio umano non afferra. La fotografia aiuta Scanavino a leggere con evidenza il carattere particolare della materia, ne capta la qualità, la struttura segreta”.
INFO: “EMILIO SCANAVINO. GENESI DELLA FORMA” mostra a cura di CRISTINA CASERO ed ELISABETTA LONGARI, in collaborazione con l’Archivio Emilio Scanavino e con il sostegno del Comune di Parma
DAL 10 NOVEMBRE AL 15 DICEMBRE 2019
Palazzo Pigorini, Strada della Repubblica n. 29/A – PARMA – tel. + 39 0521 218967
