Acerbi Carlo
ACERBI CARLO
(Cremona 23 luglio 1900 – Cremona 1989)
BIOGRAFIA E OPERE
Acerbi Carlo, studiò all’Accademia di Brera con Ambrogio Antonio Alciati, Vespasiano Bignami e Gianfranco Campestrini ed alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco di Milano.
Tra le sue opere si possono citare: “Nevicata” (1932) e “Mattino d’Inverno” (1935), esposte alla Sindacale Milanese; “Ritratto di signora in giardino” presentato alla Mostra degli Artisti Cremonesi, “Primavera” all’ Ente Comunale Assistenza di Cremona e “Mietitori”. Allestì alcune personali a Cremona e prese parte a Sindacali ed Interprovinciali della sua città. Il periodo milanese è fondamentale per la formazione dell’artista che ha la possibilità di confrontarsi, misurarsi e conoscere non solo l’arte insegnata in accademica, ma anche quella meno paludata e più viva del dibattito culturale, del milieu della grande città, degli studi e dei caffè degli artisti, dove nascevano le polemiche e si accompagnava il cambiamento, a volte prendendolo per mano, altre facendo la rivoluzione e “uccidendo il chiar di luna”. Dopo aver ottenuto l’abilitazione all’insegnamento nel disegno nel 1922, Acerbi torna definitivamente a Cremona dove si dividerà tra la pittura, l’insegnamento e il restauro di dipinti antichi, pratica nella quale acquisirà una professionalità eccellente guidata anche da una conoscenza e da un “fiuto” eccezionali nel riconoscere l’autenticità delle opere.La grande amicizia con Carlo Vittori, la stima che nutre per lui Illemo Camelli, il carteggio conservato nell’archivio di famiglia che attesta il legame di profonda amicizia anche col suo vecchio maestro Vesapasiano Bignami, attestano la stima dell’ambiente artistico non solo locale e l’autorevolezza che Acerbi, attraverso la sua alta professionalità, viene maturando nel corso della sua lunga esistenza, rimasta intatta fino alla morte. Tra tutte, l’amicizia con Carlo Vittori fu quella più solida e duratura; Vittori non mancava mai di fare quotidiane visite allo studio di Acerbi e con lui sviluppò un legame fraterno che coinvolse entrambe le famiglie, come ricorda lo stesso figlio Luigi e come testimoniano le tante fotografie che ritraggono i due pittori in vacanza sulle montagne del trentino o in momenti di svago nell’orto di casa o sul tanto amato fiume.
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