Rama Carol
RAMA CAROL
(Torino, 17 aprile 1918 – Torino, 24 settembre 2015)

BIOGRAFIA E OPERE
Rama Carol, incomincia negli anni trenta a dipingere da autodidatta soggetti dalla fisionomia semplificata. Esegue acquerelli nei quali donne nude, talvolta coi corpi amputati degli arti e su letti di contenzione o sedie a rotelle, esprimono un esplicito erotismo. Animali, protesi ortopediche, dentiere, scarpe, parti anatomiche (falli, braccia, piedi, lingue) animano questi dipinti sfrontati, tanto anacronistici per l’epoca da risultare inaccettabili (la sua prima personale nel 1945 fu bloccata, le opere sequestrate). Sono lavori che riflettono le angosce e le fantasie di una giovane donna che ha dovuto confrontarsi con aspetti traumatici della vita (come la morte tragica e prematura del padre e la conseguente malattia psichiatrica della madre). Si avvicina poi all’astrattismo del MAC – Movimento Arte Concreta, e partecipa con lavori astratto-concreti alla Biennale di Venezia del 1948 e del 1950. Carol Rama realizza i Bricolage (così definiti dall’amico Edoardo Sanguineti), composizioni di segni e macchie di stile informale alle quali aggiunge occhi di vetro, denti, unghie ed altri materiali incollandoli sulla tela. Gli amici hanno un grande ruolo nella vita di Carol, a cominciare da quelli dell’ambiente torinese, come Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino, Gualtiero Passani, Corrado Levi e altri ancora. Durante i soggiorni del 1970-71 a Parigi e a New York, insieme al suo gallerista Luciano Anselmino, conosce Andy Warhol, Orson Welles e Man Ray. Utilizza camere d’aria di bicicletta per realizzare tele in apparenza astratte e nelle quali sono presenti riferimenti all’anatomia umana e alla sessualità (pelle, carne, budella, falli). Nel 1979 la Galleria Martano di Torino espone sette opere di quel periodo, insieme a dodici acquarelli degli anni 1937/1941. In seguito all’incontro con Lea Vergine, il 1980 la vede presente con numerosi lavori degli anni Trenta e Quaranta nella mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, intitolata “L’altra metà dell’avanguardia”. Nel 1985 viene allestita la sua prima mostra antologica nel sagrato del Duomo di Milano, a cura di Lea Vergine. Il lavoro dei primi anni viene rivalutato e questa è forse una delle ragioni per cui Carol torna alla figurazione. Dall’inizio degli anni Ottanta Carol Rama crea figure e personaggi ispirati alla sua storia personale, ma che raccontano anche di desideri e fantasie inespresse. Tra gli anni Ottanta e Novanta l’immaginario di Carol Rama si popola di nuovi soggetti, come la Mucca Pazza, dipinti o disegnati sopra mappe catastali, fogli “usati”, disegni tecnici prescritti.