Pugliese Levi Clemente
PUGLIESE LEVI CLEMENTE
(Vercelli, 30 settembre 1855 – Milano, 8 luglio 1936)

BIOGRAFIA E OPERE
Pugliese Levi Clemente, nel 1875 si trasferì con la famiglia a Torino, dove si iscrisse alla facoltà di scienze naturali, frequentando contemporaneamente i corsi dell’Accademia Albertina di belle arti. Nel 1876 scelse di abbandonare gli studi scientifici: seguiva le lezioni di Enrico Gamba e cominciò un percorso artistico che lo fece diventare presto molto più di un «gentiluomo artista» che praticava la pittura per diletto, secondo le parole dei suoi conterranei . Sin dai primi anni Ottanta frequentò vari pittori, fra i quali spiccano i nomi di Lorenzo Delleani ed Enrico Reycend. Grazie all’amicizia con il letterato Giovanni Camerana conobbe Antonio Fontanesi, del quale divenne allievo e amico negli ultimi anni di vita, assistendolo fino alla morte nel 1882. Negli anni Ottanta iniziarono anche i suoi viaggi in Europa, e in particolare a Parigi, dove secondo alcuni critici studiò Camille Corot, gli impressionisti francesi e in particolare Claude Monet (Ottino Della Chiesa, 1961). Nel 1885 all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Torino presentò l’olio Un mattino di settembre, dal quale Celestino Turletti trasse un’incisione conservata presso le Civiche Raccolte grafiche e fotografiche del Castello sforzesco di Milano (dove si trovano altre incisioni e varie fotografie dei suoi dipinti). Nel 1887 partecipò alla V Esposizione nazionale artistica di Venezia e l’anno seguente sposò Olimpia Segre. Nel 1888 partecipò all’Esposizione nazionale di belle arti di Bologna, come risulta dal catalogo dell’epoca; nel 1892 prese parte alla I Esposizione della Società degli acquerellisti e pastellisti piemontesi, sotto la presidenza del suo amico Delleani. Nel 1894 partecipò all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Firenze, come risulta dai cataloghi dell’epoca; nel 1896 all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Torino (prima Triennale) fu presente con tre opere fra le quali si segnala Una marcita, considerata uno dei suoi capolavori .