Parisot Adriano
PARISOT ADRIANO
(Torino, 1912 – Torino, 6 gennaio 2004)

BIOGRAFIA E OPERE
Parisot Adriano, dopo un primo apprendistato artistico “applicato” (un atelier d’insegne) la guerra gli fa drammaticamente conoscere nuove luci, nuovi colori e nuove culture con la campagna d’Africa. La sua scelta di vita diviene netta e irrinunciabile. Di ritorno dal Mar Rosso, attraverso il calore ed il colore di Napoli, arriva all’Accademia Albertina. L’insegnamento di Maggi esalta la sua predisposizione alla cultura, artistica in particolare, europea e soprattutto francese. Forse non a caso la sua prima personale è alla Galleria Faber di Torino, nel ’46, incontrando la stima di un libraio ungherese che tenta di aprire a nuovi orizzonti la cultura subalpina. Iniziano gli anni difficili e tenaci della rottura con la “nuova accademia” torinese. E iniziano anche i primi incoraggiamenti ed i nuovi stimoli. Nel ’47, una nuova mostra a Torino alla galleria La Bussola, la Quadriennale di Roma ed i primi contatti con l’ambiente milanese con una mostra alla galleria Barbaroux, da cui l’inizio dei duraturi rapporti con artisti ed intellettuali milanesi, allora più aperti ed esposti alle contaminazioni europei di quanto non avvenisse nell’ambiente torinese. Nel ’51, su invito di Soldati, Parisot entra a far parte del MAC (Movimento d’Arte Concreta) milanese, formato da Dorfles, Munari, Regina. Nel ’52 Parisot inizia una nuova grande avventura intellettuale, organizzando nel suo studio la sede torinese del MAC, a cui aderiscono Biglione, Galvano, Scroppo, Carol Rama e Paola Levi Montalcini. In quegli anni la sua apertura culturale verso la Francia, e, in parte attraverso questa, verso il mondo intero, trova una nuova realizzazione e diventa motore propulsivo di intensi rapporti suoi e del movimento con gli interpreti della cultura d’avanguardia del momento, fra i quali Jean Cocteau e Michel Seuphor.