Jean-Baptiste Camille Corot
JEAN-BAPTISTE CAMILLE COROT
(Parigi, 16 luglio 1796 – Parigi, 22 febbraio 1875)

BIOGRAFIA E OPERE
Jean-Baptiste Camille Corot, pittore e incisore. Ha inciso fra il 1845 e il ’63 quattordici acqueforti di paesaggio, di cui cinque ricordano i suoi viaggi in Italia; venti litografie e autografie; una sessantina di stampe con la tecnica del cliché-verre.
Corot è una delle figure più significative della pittura di paesaggio. Le sue opere, infatti, attingono a piene mani dalla tradizione neoclassica e, al contempo, anticipano le innovazioni en plein air dell’Impressionismo. Claude Monet, nel 1897, avrebbe detto di lui: «Qui c’è un solo grande maestro: Corot. Non siamo nulla nei suoi confronti, nulla». Né il suo contributo nella pittura di figura è meno importante: Edgar Degas, altro noto pittore impressionista, preferiva le sue figure rispetto ai suoi paesaggi, e in tal senso Corot esercitò un’influenza che traspare persino nelle tele di Pablo Picasso. Nella sua vita eseguì più di tremila dipinti ed era considerato dai contemporanei come uno dei massimi paesaggisti mai esistiti, a lato di nomi illustri come Claude Lorrain, John Constable e J. M. W. Turner.
I critici d’arte suddividono l’oeuvre di Corot in due periodi fondamentali, giocoforza vaghi considerando che egli spesso completava un quadro solo anni dopo averlo iniziato. Nel suo periodo giovanile Corot realizzava quadri per lo più tradizionali, con una precisione quasi analitica nella definizione degli elementi pittorici, mediante l’adozione di spesse linee di contorno e di pennellate sobrie e sottili: non di rado, inoltre, preparava alla grossa l’opera d’arte prima della sua effettiva stesura con l’esecuzione di ébauche o abbozzi. Dopo il suo cinquantesimo anno di età iniziò a caricare le proprie opere di una maggiore intensità lirica, utilizzando pennellate più brusche e vigorose e, talvolta, persino impressionistiche. Notevole anche la bipartizione della sua opera, che risultava scandita in una produzione ufficiale, destinata ai Salon e incentrata su paesaggi classicheggianti ricchi di ninfe e pastori, e una più intima e personale, libera dalle regole accademiche e animata dal calore della luce mediterranea o dalla vacuità delle atmosfere nebbiose, con dettagli nitidi, quasi fotografici.
Seppur sia spesso considerato un precursore della pratica impressionista, Corot maturò un rapporto con i paesaggi ancora spiccatamente tradizionale. Se confrontata con la stagione impressionista, infatti, la tavolozza di Corot è molto sobria, dominata da marroni e neri («colori proibiti» tra gli Impressionisti) oltre che da verdi scuri e argentei. Sebbene appaiano alle volte rapide e spontanee, le sue pennellate sono generalmente molto caute e contenute, così come le sue composizioni pittoriche, ben studiate e rese in modo semplice e conciso, così da accrescere gli effetti poetici dell’immaginazione. Tradizionale è anche il modo con cui egli si accostava ai soggetti: Corot, sebbene sia uno dei maggiori esponenti della pittura en plein air, dipingeva sostanzialmente in studio. Egli, infatti, si limitava ad eseguire alcuni rapidi schizzi all’aperto, per poi rielaborarli in un nuovo dipinto più complesso nella comodità del suo atelier.
Opere di Jean-Baptiste Camille Corot

Dintorni di Roma Acquaforte. 316 x 236. Firm. a sinistra in basso. 1866. Delteil 6. Primo stato, senza la lettera. Questa acquaforte, esposta nel secondo stato al Salone di Parigi del 1866, è un esempio di quel fascino quasi lirico di cui è impregnata la sua opera grafica. Baltimora. The Baltimore Museum o/ Art. Collezione George A. Lucas

Jean-Baptiste Camille Corot, Trinità dei Monti, 1825-1838, olio su tela, 45×74 cm, Museo del Louvre, Parigi