Serena Luigi
SERENA LUIGI
(Montebelluna, 1º agosto 1855 – Treviso, 12 marzo 1911)

BIOGRAFIA E OPERE
Serena Luigi, trascorse solo l’infanzia nella cittadina pedemontana perché la famiglia si trasferì a Murano, in una sorta di ritorno alle origini: il padre divenne mastro vetraio. Il giovane Luigi si iscrisse alla Scuola di Disegno applicato all’arte vetraria, e per le sue doti ottenne una borsa di studio per frequentare l’Accademia di belle arti di Venezia dal 1870 al 1877. Nei primi anni all’Accademia vinse numerosi premi, e il suo nome appariva spesso nella stampa cittadina e di settore. Studiò sotto la guida di Napoleone Nani e Pompeo Marino Molmenti, e ebbe come compagni di corso Alessandro Milesi, Giacomo Favretto, Ettore Tito, Guglielmo Ciardi e Luigi Nono, con i quali avrebbe continuato ad avere scambi d’idee e di programmi. Nel 1878 si trasferì a Treviso ed aprì il suo studio personale. Erano gli anni della piena maturità artistica, gli anni dei suoi capolavori, dominati dai temi popolari e dall’affiorare della quotidianità: il fiume Sile, le piazze e i mercati, i soggetti rurali, le scene di vita famigliare, la semplicità dei sentimenti e la psicologia del dolore, aderendo progressivamente ad uno stile tipicamente novecentista. La permanenza sempre più stabile a Treviso, anche grazie al formarsi di una clientela borghese agiata e numerosa, non gli impedì tuttavia di partecipare alla vita artistica nazionale e internazionale: le sue opere vennero presentate nella Mostra di Belle Arti a Venezia del 1881, a Brera nel 1883, a Torino nel 1884, a Firenze nel 1886 e a Parigi nel 1889 (all’Exposition Universelle de Paris, dove vinse il terzo premio ex aequo con Pietro Fragiacomo e Telemaco Signorini). Nel 1897 venne invitato alla seconda Biennale di Venezia, dove espose la tela Sine Labe, che sarà intitolata Vittime nella sua replica acquistata dal Comune di Treviso. I problemi di salute e le difficoltà economiche rallentarono il percorso evolutivo di Serena che, dall’inizio del Novecento, lavorava sempre più su commissione. In quegli ultimi anni si dedicò moltissimo al ritratto, genere da sempre praticato.