Olivero Matteo
OLIVERO MATTEO
(Pratorotondo, 15 giugno 1879 – Saluzzo, 28 aprile 1932)

BIOGRAFIA E OPERE
Olivero Matteo, nel 1881 il padre muore di colera e il giovane Matteo maturerà un forte legame con la madre e le resterà al suo fianco per tutta la vita. La dedizione per la madre e quella per la pittura erano per lui inscindibili. La madre decide di trasferirsi con il figlio a Dronero, dove Matteo Olivero frequenta le scuole elementari. Nel 1891 Matteo e la madre si trasferiscono a Cuneo dove può proseguire gli studi frequentando la Regia Scuola Tecnica Sebastiano Grandis. Emerge in questo contesto il suo talento per il disegno.[3] Si diploma nel 1895. Allo stesso anno risalgono alcuni sui acquerelli. In uno di questi, dal titolo Vecchio in chiesa, si può scorgere già un certo interesse per la ricerca luministica. Il talento di Matteo Olivero viene incoraggiato dalla madre. Nel 1896 ella decide di vendere il podere di famiglia per trasferirsi con lui a Torino, dove Olivero si iscrive al corso preparatorio triennale dell’Accademia Albertina delle Belle Arti. Durante i primi anni dell’Accademia perfeziona il tratto e la tecnica pittorica. Nel 1899 accede al quadriennio accademico con menzione d’onore, medaglia d’argento ed un premio di incoraggiamento di 40 lire, il più alto di cui la scuola disponeva. Entrato in accademia diventa allievo di maestri come Paolo Gaidano, Giacomo Grosso, Pier Celestino Gilardi e Leonardo Bistolfi, grazie al quale si avvicina anche alla scultura. È del 1900 la sua prima scultura, il Rejetto, un busto in gesso che espone alla Promotrice di Torino. Nello stesso anno visita l’Esposizione Universale di Parigi, scoprendo il divisionismo e l’arte di Segantini. A quest’epoca risale anche il busto della madre, che verrà poi apposto sulla lapide di lei e più avanti sostituito da una riproduzione; l’originale è attualmente conservato presso la pinacoteca di Saluzzo.