Gazzera Romano
GAZZERA ROMANO
(Ciriè, 18 agosto 1906 – Torino, 24 maggio 1985)

BIOGRAFIA E OPERE
Gazzera Romano, si laurea in giurisprudenza per volere del padre ministro della guerra ma, coltivando la passione per l’arte dall’età di tredici anni, la sua affermazione nazionale arriva grazie alla pittura nel 1941. In quella data si tiene una mostra a Milano che lo pone in contrasto con le correnti ufficiali del “Novecento” tramite una serie di favole, ritratti e nature morte che rievocano la tradizione italiana con una materia pittorica densa di ispirazione romantica. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale nasce il tema iconografico delle “scimmie in costume”, utilizzato per ribaltare completamente l’idea di uniforme in una visione fortemente critica. Il pittore rivela in chiave simbolica e sarcastica l’altra faccia della guerra, rappresentata dalle scimmie che indossano le vesti dei combattenti abbandonate sul campo e si pavoneggiano imitando gli eroi del passato. Nel 1950 espone personaggi orientali e battaglie alla prima “Antibiennale” al Bucintoro di Venezia con Giorgio de Chirico. Da quel momento tuttavia abbandona la tavolozza scura e cambia rotta a favore di una tempera oleosa, trasparente e luminosa, usata per dipingere con disegno netto, colori tersi e pennellata â plat, elementi floreali e vegetali giganti, invenzione inedita nella storia dell’arte che consente di considerare Gazzera il caposcuola della pittura Neo-floreale. Sono gli anni più fruttiferi per Romano, trascorsi rifugiandosi a dipingere nel Canavese e poi in Costa Azzurra. Numerosi sono anche i ritratti che Gazzera realizza a molti personaggi noti tra il 1945 e i primi anni Ottanta. Tra i più importanti: il ritratto di Papa Paolo VI, del Cancelliere Erhard, di Virginia Mondadori, di Cesare Zavattini, di Paolo Stoppa, di Sergio Pininfarina, di Herbert Marcuse e soprattutto di Giorgio de Chirico, con il quale impostò uno scambio personale e artistico di cui la Fondazione Romano Gazzera conserva preziose testimonianze.