Casorati Francesco
CASORATI FRANCESCO
(Torino, 1934 – Torino, 18 febbraio 2013)

BIOGRAFIA E OPERE
Casorati Francesco, passa parte dell’infanzia e della prima adolescenza per via della guerra a Pavarolo, piccolo borgo tra le colline torinesi dove i Casorati si erano rifugiati per sfuggire ai bombardamenti. E’ probabile che dallo stretto contatto con la natura vissuto in questi anni formativi derivino parte di quelle immagini che, trasformate, entreranno poi a far parte del suo repertorio pittorico. Ritorna nel 1945 a Torino e qui vive le prime importanti esperienze culturali: inizia a dipingere e a incidere, collabora ber un biennio, a partire dal 1949, alla rivista Noi Giovani diretta da Giovanni Carocci e nel 1951 è tra i fondatori di Orsa Minore, mensile culturale che sarà pubblicato fino al 1954. Sono anche gli anni delle prime visite ai musei di Firenze, Parigi e Londra dove ammira con profonda emozione le tre versioni della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello e le opere di Klee. Nel 1954, a vent’anni, inaugura la sua prima mostra personale alla Galleria del Sole di Milano, presentata da Lucio Cabutti. L’anno seguente è ammesso alla XXVIII Biennale di Venezia, dove vince un premio e espone alla Mostra di 60 maestri del prossimo trentennio, a Prato, nel 1957 a Pittori d’oggi Francia-Italia a Torino, all’Esposizione della giovane pittura italiana a Mosca e Praga e all’ VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma nel 1959. Nel 1956 e 1957 vive a Parigi, nel 1958 a Roma. Di ritorno a Torino, nel 1959 inaugura una personale alla galleria La Bussola, presentato da Luigi Carluccio. Nel 1962, partecipa con opere grafiche alla XXXI Biennale veneziana, presentato da Guido Ballo, alla mostra Giovani pittori in Piemonte al Centro Culturale Olivetti e nel 1966 alla IX Quadriennale romana. Dagli anni sessanta inizia la lunga collaborazione con il compositore Sergio Liberovici progettando per alcuni dei suoi spettacoli musicali scenografie e costumi. A Torino collabora per diversi anni in modo continuativo con le galleria “La Bussola”, “l’Arte Antica” e la “Carlina”, a Milano, tra il 1961 e il 1991, con la “Gian Ferrari” che nel 1967 curerà la pubblicazione della prima monografia della sua opera grafica, cui seguirà nel 1973 quella edita da G. A. Salamon, con introduzione di Carluccio. Monografie sull’attività pittorica usciranno nel 1978 quella curata da Anty Pansera con un testo di Pino Mantovani per le edizioni Grafis e nel 1987, quella di Fossati, nelle edizioni d’arte Le Immagini. Le mostre personali del 1974 al Salon Olivetti di Parigi, del 1982 a Palazzo Robellini ad Acqui Terme e del 1985 al Palazzo dei Diamanti a Ferrara, rispettivamente presentate da Giorgio Mascherpa, Francesco Poli e Paolo Fossati, documentano quella fase in cui la sua pittura approda ad una progressiva astrazione dei contenuti figurativi, tradotti in campiture piatte, ottenute con colori acrilici. Un’importante svolta si registra nel 1986 con il trittico Burrasca che segna il ritorno alla tecnica a olio e al piacere della pittura dipinta, fatta di tessiture cromatiche e passaggi tonali, aspetti tutti, pur con significative varianti, presenti nelle opere degli ultimi decenni, esposte per la prima volta alla galleria Dialoghi di Biella nel 1988 e alla galleria dello Scudo a Verona nel 1990, mostre presentate da Paolo Fossati e, due anni dopo, da Angelo Dragone, alla galleria Peola di Torino.