Cavalleri Vittorio
CAVALLERI VITTORIO
(Torino, 15 febbraio 1860 – Gerbido, 22 maggio 1938)

BIOGRAFIA E OPERE
Cavalleri Vittorio, figlio di un commerciante di stoffe, fu avviato dal padre all’attività commerciale di famiglia. A diciotto anni Vittorio Cavalleri si iscrisse ai corsi dell’Accademia Albertina ed ebbe come maestro Andrea Gastaldi. Frequentò l’Albertina insieme ai pittori Andrea Tavernier e Lorenzo Delleani. Nello stesso anno del diploma, 1883, espose al Circolo degli Artisti e nel 1884 partecipò alla Promotrice di Belle Arti di Torino, con i dipinti Zappe abbandonate e Fiori di cimitero, che in seguito fu distrutto dallo stesso Autore. Ne rimane traccia in un’acquaforte di C. Turchetti. Vittorio Cavalleri insegnò a Torino, ai corsi serali dell’Accademia Albertina. Nel 1885 si trasferì a Gerbido, alla periferia di Torino, ambito da alcuni artisti dell’epoca per la sua pace e tranquillità ed il rigenerante silenzio, un luogo che gli consentiva di vivere in campagna e in solitudine. Abitava in casa del pittore Mario Gachet, suo allievo. Tra i nomi dei suoi allievi, emerge quello di Ivo Gemelli (1897 – 1964), che divenne l’allievo prediletto per la sua capacità di ereditare dal maestro la sodezza fastosa e festosa dei colori, la compatezza dell’immagine e la trasfigurazione della realtà. A Gerbido il Cavalleri dipinse paesaggi rurali, pastori, contadini, ma anche episodi di vita in ambienti borghesi. Opere pittoriche di questo periodo, come In primavera, La nonna (1887), Flora alpina (1901) e Triste inverno (1889) sono oggi alla Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino.