Vercelli Giulio Romano

VERCELLI GIULIO ROMANO

(Marcorengo, 3 luglio 1879 – Torino, 16 giugno 1951) 

Morgari Pietro

BIOGRAFIA E OPERE

Vercelli Giulio Romano, dimostrò subito di essere  attratto dal colore, cercava in tutti i modi, fin da piccolo, materiali semplici, gessetti e pastelli, per produrre impasti per le sue pitture.  . Egli amava in particolare le scene ed i paesaggi  del mondo contadino,  la cascina del nonno, la campagna circostante, le piazze assolate di quei paesi dove si radunava la massa contadina dopo la messa domenicale, le aie con i bambini vocianti intenti ai loro giochi, lo sfoglio della meliga nell’ora del tramonto, le donne tese a cucire, a fare il bucato o a sciorinarlo: tutto questo finiva sulle sue  tavolette, quasi sempre di piccolo formato ma  ricche di colori puri. Giovanissimo dipinse piloni votivi e piccole cappelle sparse nelle campagne e di questo si accorse il  parroco di quelle terre, Don Eugenio Dezzani, il quale  convinse il giovane Giulio (non ancora diciottenne) a recarsi   in Brasile per aiutare un suo amico missionario. Era il 1888 e Giulio Romano partì per andare a dipingere le pareti di una chiesetta a San José de Picu. Amava la sua terra, le sue colline, ma capì che l’esperienza in Sudamerica gli avrebbe personalizzato lo stile, facendolo crescere come artista. E così fu.  Si racconta che come compenso ottenne alcune  farfalle rare, monete antiche e una sella decorata in oro e argento. Ma questo fa parte della costruzione del personaggio. Dopo un anno di lavoro, nel maggio del 1889, a bordo di un battello a vapore, fece ritorno nel vecchio continente, sbarcando a Marsiglia. Durante il tragitto conobbe monsieur Targhetta, un nizzardo  amatore d’Arte che aveva riconosciuto subito  il valore del giovane artista. Era quello un periodo di cambiamenti culturali, anche nell’arte e nella pittura. Questo convinse il Vercelli a ripartire, ma questa volta per Parigi, dove allora confluivano artisti da tutto il mondo; e lì, sempre accompagnato dall’amico Targhetta, andò a conoscere quei maestri che, non ancora riconosciuti, corrispondevano ai nomi di Monet e Cezanne; quest’ultimo lo accolse nel suo studio e dopo averne visionato le opere (gliene acquistò una che a tutti i costi volle pagare) lo esortò a continuare a produrre opere, perchè lui stesso era il proprio maestro. L’ambiente degli impressionisti ebbe notevole influenza su Giulio Romano.  Inizialmente G.R.Vercelli appare molto vicino al Postimpressionismo e solo in un secondo momento alla pittura dei Fauves, con la sua pennellata aggressiva. In realtà non espresse nè volle identificarsi in uno stile preciso, anzi, cercò di essere libero e spaziare dove lo conduceva l’estro: dalle scene di genere, al paesaggio, alla pittura sacra, alla natura morta.

 

 

 

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