Giuliano Bartolomeo
GIULIANO BARTOLOMEO
(Susa, 15 agosto 1825 – Milano, 12 aprile 1909)

BIOGRAFIA E OPERE
Giuliano Bartolomeo, pittore piemontese d’origine ma milanese d’adozione e ligure per frequentazione, studiò all’Accademia Albertina di Torino, allievo di Carlo Arienti e di Carlo Felice Biserna. Qui fu anche insegnante, come assistente di Ernesto Gamba (1855 – 1860). Nel 1860, si trasferì con la moglie, la pittrice Federica Gervasoni, a Milano, dove insegnò sino al 1883 all’Accademia di Brera, quale aggiunto di Raffaele Casnedi. La partenza fu come pittore di storia Pandolfo e Lamberto Polentoni condannati dal fratello a morire in Crimea (1856), non immune neppure da esperienze fiorentine, derivategli da un soggiorno giovanile in terra toscana. Comunque non molto era il divario tra questa pittura e quella di genere, che fu sempre cara al pittore, si veda Addio di Ugo a Parisina, dove il divario fra i due generi è appena percettibile. Lo attrasse molto anche il paesaggio, anzi è da parlare di paesaggio animato, Il guado. Risentì molto della scapigliatura, anche se in un certo senso fu un “autonomo” nel panorama artistico italiano, ottenendo, con effetti delicati di chiaroscuro, sempre una salda costruzione compositiva. Soggiornò molto in Liguria dovè si dedico soprattutto alla pittura di marine di Nervi. Partecipò a molte esposizioni; oltre alle rassegne torinesi e milanesi, fu a Firenze (1861), Parigi (1878), alle Biennali veneziane (1895 -1897). Definito da Enrico Somarè “pittore per diritto di natura” (Somarè 1927) e ricondotto da Giolli “in quell’irrigidirsi e semplificarsi di spirito che già conosciamo da Fattori a Mario Puccini” (Giolli 1927), Bartolena dimostra, soprattutto nelle marine, di collocarsi insieme a Lloyd, Ghiglia e Puccini in quel filone di ritorno alla tradizione, nell’ambito di un recupero della maniera fattoriana filtrata attraverso la meditazione sui primitivi.