Galante Nicola
GALANTE NICOLA
(Vasto, 7 dicembre 1883 – Torino, 5 dicembre 1969)

BIOGRAFIA E OPERE
Galante Nicola, figlio di Luigi, falegname, e di Rosa Raiani, studiò ebanisteria alla scuola di arti e mestieri di Chieti e nel 1907 si trasferì a Torino, dove aprì un’attività da artigiano. Nel 1910, su L’Artista moderno, foglio di arti decorative, pubblicò progetti di arredi. Conobbe il disegnatore tedesco K. Seidel, che lo introdusse all’ambiente de La Voce e gli presentò Soffici. Gli chiese di illustrare il suo libro Torino mia. Impressioni di uno straniero (Torino, 1912) con dodici xilografie: una proposta di rinnovamento artistico del libro. Seidel nel 1913 si suicidò. Ardengo Soffici nel 1915 fece pubblicare due xilografie di Galante su Lacerba. Nel 1914 Galante espose alla Rassegna internazionale di incisione, promossa a Stoccolma dall’innovativa rivista L’Eroica e, nel 1915, alla terza mostra della Secessione Romana. Il primo fascicolo 1915 dell’Eroica di La Spezia fu poi definito futurista e fu tra i fogli “avanguardisti”. Nella veduta Paesaggio senza cielo si avverte l’influsso di Paul Cézanne; in Paese sulla riva del Po (dal Lingotto) la scomposizione delle forme risente di Soffici e del cubismo. In area futurista rientrano le nature morte Espansioni. La sua prima personale, nel 1920, fu al Chelsea Art Club di Londra e fu seguita da un’altra, a Roma, alla Casa d’arte italiana. Enrico Prampolini, commissario italiano per la Mostra internazionale d’arte moderna a Ginevra, nel 1920, identificava Galante nel gruppo di artisti che comprendeva Giacomo Balla, Fortunato Depero, Luigi Russolo, Mario Sironi e Achille Funi. Soffici invece, sulle pagine di Rete mediterranea, lo accostava invece a Ottone Rosai, per la semplificazione delle forme, e ne definiva gli esordi futuristi come “erramenti momentanei” e giovanili. Galante in effetti era in contatto con Rosai, con Giorgio Morandi, con Carlo Carrà e con Mario Broglio e con il gruppo Valori plastici.