Gachet Mario
GACHET MARIO
(Torino,15 agosto 1879 – Castiglione Torinese, 18 febbraio 1981)

BIOGRAFIA E OPERE
Gachet Mario, nacque da una famiglia originaria di St. Etienne. Il padre, avvocato e proprietario di una fabbrica di velluti, era appassionato d’arte e fu amico di Vittorio Cavalleri, eminente personalità artistica del mondo culturale torinese di fine secolo. Il Cavalleri fu ospite a vita della famiglia Gachet e la sua amicizia segnò il destino di Mario, il quale, ancor giovanissimo, frequentò l’ambiente dell’accademia per seguire le lezioni dell’amico maestro. Dimostrò precoci e valenti qualità di pittore già nel 1892 con un quadro dal titolo “Grappolo d’uva”. Il Gachet fu presente fin dal 1902 alle Mostre quadriennali torinesi che avevano luogo presso il Circolo degli Artisti, dal quale, nel 1969, gli fu conferita la targa di decano dei pittori in attività. Nel 1911 allestì una personale a Londra e dal 1914 fu presente alla Galleria d’Arte Moderna di Torino con numerose opere tra cui “Pagine d’amore”, titolo che diede il nome alla mostra antologica allestita a Castiglione Torinese nel decennale dalla scomparsa. Viaggiò molto ed ebbe una produzione rilevante cimentandosi con svariate tecniche pittoriche compreso l’affresco di chiese e miniature. La sua bravura fu riconosciuta anche da Casa Savoia che acquistò l’opera “Anime e Dio” presentata all’Esposizione di Milano del 1914. La sua vita familiare fu segnata da alcuni eventi tristi. Sposatosi a vent’anni, restò vedovo dopo quattro anni con il figlio Benvenuto, che perse nel 1928 a solo vent’otto anni. La sua pittura aveva un carattere singolare e personale che la collocava nell’epoca storica e nel contempo ne rivelava l’animo dell’autore. Ne “Il Piemonte” del 23 ottobre 1923 così venivano commentati i suoi quadri per la XXV mostra degli Amici dell’Arte: «Sono quadri malinconici… egli piange l’abbandono desolato delle cose. È un paesista di rara efficacia, e uno spirituale: nella natura ritrae un’assenza misteriosa e creatrice di poesia.»