Edvard Munch

EDVARD MUNCH

(Løten, 12 dicembre 1863 – Oslo, 23 gennaio 1944)

Edvard Munch

BIOGRAFIA E OPERE

Edvard Munch, Pittore e incisore norvegese. Soggiorno più volte, anche a lungo, a Parigi (1885/89. 1896/97), dove fu molto attratto dall’opera del post impressionisti, particolarmente di Gauguin. Successivamente, nel campo grafico, non potè sottrarsi all’influenza dei Nabis (Bonnard, Vuillard) e specialmente di Toulouse-Lautrec. Ciononostante la sua arte è quella di un indipendente, impregnata dello spitito della letteratura nordica (Ibsen, Knut Hamsun e Strindberg, del quale ultimo fu grande amico).
Incompreso o poco apprezzato dalla critica e dal pubblico fino al secondo dopoguerra (la sua grande esposizione a Berlino nel 1892 provocò uno scandalo e indirettamente la fondazione più tardi della Neue Sezession), la sua opera influenzò decisamente il movimento espressionista. Il Munch usò tutte le tecniche dell’incisione, portandole, attraverso studi sperimentali, a grande perfezione. La sua numerosa produzione grafica ebbe inizio dopo il 1890 e praticamente si concluse nel 1916.
Le sue figure provocano in noi eccitazione, un senso di turbamento, di angoscia. Munch stesso del resto soleva dire, e lo ha confermato nelle sue opere, che la vita doveva essere considerata nella sua realtà, non soltanto nella parte piacevole. Sia come pittore sia come incisore il Munch è riuscito, più di ogni altro moderno, a esprimere con penetrante realismo « la donna come enigmatica sfinge, vampiro, demone tentatore, ma anche creatura innocente » (Hans Möhle).
Gli esemplari esposti, di qualità eccezionale, provengono tutti dal lascito del maestro.

Nel 1882 Edvard Munch e altri pittori affittarono insieme un atelier e affidarono la loro formazioni a due illustri pittori: il naturalista Christian Krihg e l’impressionista Frits Thaulow. Le opere di quest’ultimo ispirarono alcuni dei dipinti esposti nel 1883 al Salone delle Arti Decorative di Christiania, la prima mostra a cui partecipò il giovane pittore norvegese.

Nel 1885 Edvard Munch si trasferì a Parigi, dove lesse per la prima volta le opere del filosofo Søren Kierkegaard. Quest’ultimo teorizzò diversi modi di concepire l’esistenza; tra questi figurava la “vita estetica”, che si basava sul connubio tra arte e vita, che Munch reinterpretò in chiave personale come arte e dolore. Questo periodo parigino fu fondamentale sotto vari punti di vista: nel 1889 Munch organizzò la sua prima mostra personale e anche se fu un fallimento, ottenne una borsa di studio che gli permise di rimanere a vivere nella capitale. Il soggiorno francese fu anche un’occasione per farsi conoscere tramite alcune esposizioni, ma soprattutto per entrare in contatto con le opere di numerosissimi artisti, in particolare quelle di Vincent Van Gogh e di Paul Gauguin, che lo spinsero a ricercare uno stile personale che lo contraddistinguesse. Tuttavia, questi anni furono segnati anche dalla perdita del padre, evento che tormentò l’artista fino alla fine dei suoi giorni, dato che non era stato in grado di risanare i rapporti con lui. Proprio questa situazione segnò un punto di svolta nelle sue opere, che per qualche anno continuarono a essere esposte, ma senza riuscire a lasciare il segno nel panorama artistico.

Il 1892 fu un anno estremamente rilevante per la vita e la carriera di Edvard Munch. Il pittore norvegese fu invitato dall’Associazione Artisti Berlinesi a esporre alla loro mostra annuale. Tuttavia, l’esposizione durò soltanto una settimana perché le opere di Munch furono ritenute dalle autorità scandalose e oscene. Il provvedimento causò largo dissenso, al punto che un gruppo di artisti del sodalizio, capitanato dall’artista Max Liebermann, decise di scindersi dall’Associazione Artisti Berlinesi nel 1898, dando vita alla celebre Secessione di Berlino.

La censura non costituì comunque un colpo di arresto nella carriera di Edvard Munch. L’artista, infatti, fu capace di comprendere l’importanza dell’episodio e decise così di stabilirsi a Berlino. Nella capitale tedesca il norvegese fu riconosciuto come un grande pittore per il carattere unico delle sue opere, che gli permise di esporre in tutta Europa e perfino negli Stati Uniti. Il 1893 fu uno degli anni più importanti della sua carriera, per la produzione di alcuni dei suoi più grandi capolavori, come l’Urlo (leggi qui un breve approfondimento di carattere letterario e filosofico sul dipinto), caratterizzati da tinte fosche e fosforescenti e da soggetti macabri e inquietanti. Durante un’esposizione Munch decise di raggruppare sei opere in una serie intitolata Amore, il nucleo originale alla base del Fregio della vita: un ciclo unitario di dipinti che fu ampliato negli anni a seguire fino alla forma definitiva del 1902. Sebbene da una parte nel 1893 Munch raggiunse l’apice della sua carriera, dall’altra la sua tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen si concluse tragicamente. Sempre nello stesso anno iniziò a dedicarsi alla realizzazione di opere grafiche e fotografiche, che ebbero un largo successo.

Negli anni a seguire, Munch viaggiò molto e riscosse una certa fama, al punto che vari gruppi di artisti gli proposero di unirsi a loro. Tuttavia, Edvard declinò sempre gli inviti preferendo vivere da solo, sprofondando in uno stato mentale instabile ed esasperato, aggravato dall’abuso di alcolici. Nonostante la terribile situazione, l’artista comprese da solo che non era più possibile continuare a vivere in questo stato e decise di ricoverarsi, seppur con la possibilità di continuare a dipingere. Dopo il ricovero, Edvard riuscì a condurre uno stile di vita più sano, ma sempre in solitudine. Infatti, il pittore decise di isolarsi quasi completamente dal resto della società. Gli ultimi anni della sua vita furono segnati dal tentativo di farsi apprezzare dalla sua madrepatria che lo aveva sempre ignorato, impegnandosi nella realizzazione di commissioni pubbliche e lasciando in eredità al sindaco di Oslo la maggior parte delle sue opere. Subito dopo aver raggiunto l’accordo con il sindaco, Edvard Munch morì nel 1944, a causa di una broncopolmonite.

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Opere di Edvard Munch

L'urlo di munch - antiquariato

Edvard Munch, L’Urlo (1893; olio, tempera e pastello su carta, 91 x 73,5 cm; Oslo, Nasjonalgalleriet) – L’urlo è il nome assegnato a una serie di famosi dipinti del pittore norvegese Edvard Munch

disperazione di munch
Disperazione“, 1893-94

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