Faruffini Federico
FARUFFINI FEDERICO
(Sesto San Giovanni, 12 agosto 1833 – Perugia, 15 dicembre 1869)

BIOGRAFIA E OPERE
Faruffini Federico, dai pavesi Giuseppa Albini e dal farmacista Paolo, nel 1848 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia e frequenta allo stesso tempo i corsi di pittura della Civica Scuola di Pittura di Pavia sotto gli insegnamenti di Cesare Ferreri e Luigi Trecourt, fratello di Giacomo. A Pavia viene a contatto con Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Paolo Barbotti e Pietro Michis: i primi dipinti riguardano in prevalenza soggetti a temi storici e religiosi e subiscono l’influenza della pittura antiaccademica di Piccio Carnovali, amico dei Trecourt. Nel contempo frequenta gli ambienti risorgimentali pavesi, stringendo amicizia con i fratelli Cairoli, tanto che nel 1859 dopo la morte di Ernesto avvenuta a Biumo in uno scontro con le truppe austriache riceve, secondo il testamento del patriota, una commissione di 1800 lire per l’esecuzione di La battaglia di Varese, ultimata nel 1862 e con figura principale l’eroico Cairoli morente in battaglia. Negli ultimi mesi del 1855, dopo varie tappe, raggiunge Roma a piedi con Piccio Carnovali, dopo che i pessimi rapporti con Luigi Trecourt avevano determinato l’abbandono dei corsi della Scuola di Pittura di Pavia: si stabilisce così fino al 1858 a Roma, dove entra in contatto con gli artisti appartenenti alla corrente meridionale, in particolare Domenico Morelli, Filippo Palizzi, l’amico Bernardo Celentano e Francesco Saverio Altamura. Nel 1856 partecipa all’Esposizione annuale di Brera con Cola di Rienzi che dalle alture di Roma ne contempla le rovine, acquistato dalla Società per le Belle Arti di Milano, l’anno successivo realizza la pala dell’Immacolata Concezione per il Duomo di Pavia, dove nel 1858 si aggiudica il concorso Frank della Scuola di Pittura con I tre fabbriceri per la fabbrica del Duomo di Pavia, presentato poi con successo alla Esposizione di Brera. Di ritorno a Pavia, nel 1860 presenta a Brera Piazza San Michele e l’anno successivo realizza la pala del Beato Bernardino da Feltre per la Chiesa di Santa Maria del Carmine. Nel 1861 si stabilisce a Milano: l’anno successivo viene nominato socio onorario dell’Accademia di Brera, alla cui esposizione presenta La battaglia di Varese, che suscita diversi giudizi negativi, solo in parte riabilitati dalle affermazioni dell’Esposizione Universale di Londra del 1862 e da quella milanese del 1864 con Borgia e Machiavelli e Vergine al Nilo, considerato il capolavoro dell’artista sestese. I successi sono confermati alla mostra della Società Promotrice di Torino con La battaglia di Varese, Sordello e Cunizza, contessa di San Bonifacio, L’Annunciazione e l’acquarello Le gondole del Tiziano e il buon riscontro degli acquerelli inviati all’esposizione della Società degli acquarellisti di Bruxelles. A inizio 1865 si trova a Roma, dove frequenta Michele Cammarano e Achille Vertunni e ottiene un altro successo all’Esposizione Nazionale di Brera con Il Sacrificio al Nilo, acquistato dallo Stato e, alla stessa mostra, con Suonatrice di liuto, Toletta antica e Saffo; realizza inoltre acqueforti per l’edizione Pagnoni della Divina Commedia, in occasione della ricorrenza della nascita di Dante Alighieri. In seguito, deluso per le difficoltà economiche, l’inasprimento dei rapporti col padre, da sempre mal disposto verso la sua scelta artistica e l’ostilità dell’ambiente accademico di Brera e della critica milanese, capeggiata da Camillo Boito e Giuseppe Rovani, si trasferisce a Parigi dove rimane fino al 1867.