Bezzi Bartolomeo
BEZZI BARTOLOMEO
(Fucine d’Ossana, 6 febbraio 1851 – Cles, 8 ottobre 1923)

BIOGRAFIA E OPERE
Bezzi Bartolomeo, figlio di Domenico Bezzi, geometra e grande appassionato d’arte, e Luigia Taraboi. Nel 1862 rimane orfano di padre. Lascia Fucine per cercare fortuna come venditore ambulante. Dopo qualche anno, nel 1870, stanco di quel tipo di vita, grazie ai risparmi e all’aiuto di un cugino e dello zio don Ambrogio, prete a Pellizzano in Val di Sole, decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Qui diventa allievo di Giuseppe Bertinie nel corso degli studi si fa ben presto notare e, già nel secondo anno riesce ad ottenere menzioni e medaglie coi suoi lavori. In questi anni, inoltre, frequenta un gruppo di giovani artisti dallo spirito rinnovatore ed antiaccademico e partecipa attivamente ai dibattiti sull’impressionismo francese. Nel 1876 ha la sua prima esposizione alla mostra collettiva annuale predisposta dall’accademia. Presenta Paesaggio e Impressione. L’anno seguente espone Al pozzo e Val Solandra. Due anni più tardi, ottiene un riconoscimento grazie all’opera Valle di Rabbi che colpisce la commissione con i suoi colori che riescono a rendere più dolci e morbidi anche quegli aguzzi e scoscesi paesaggi alpini. Nel 1879 è costretto ad abbandonare gli studi accademici a causa della sua cagionevole salute. Ma neppure la malattia gli impedisce di proseguire l’attività di artista riscuotendo un enorme successo, rincuorato dagli amici, estimatori, collezionisti e amanti dell’arte. In questi anni apre un suo studio a Milano ma trascorre diversi giorni a Trento dove ritrae su una tela di vaste proporzioni la città. Questa è anche una testimonianza di come Bartolomeo Bezzi rimane legato affettivamente al Trentino. Ricorrenti saranno le puntate sia nella città capoluogo, che in Val di Non e in Val di Sole.
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