Armature Antiche
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Alcune caratteristiche storiche e cenni storici
Nella storia l’armatura rappresentò un efficacie strumento di difesa e insieme un oggetto di prestigio. Le più antiche armature erano flosce, sorte di giacche protettive di tessuto trapunto giunte in Europa dall’Oriente. Erano indossate sotto l’armatura di metallo. L’armatura di metallo fece la sua comparsa almeno quaranta secoli or sono. Era di rame o bronzo e costituita di scaglie trattenute vicine da lacci di cuoio. In alternativa esistevano armature fatte di anelli metallici uniti a formare una specie di maglia.
La vera e propria armatura, adatta a coprire da capo a piedi il soldato che poteva permettersela, entrò nell’uso durante il XIV secolo e fu perfezionata nel corso dei tre secoli successivi. La costruzione di un guscio di metallo che rivestisse un uomo senza impedirne i movimenti era un’impresa che infiammava la fantasia di artigiani, tecnici e artisti. La città europea più famosa per la capacità degli armaioli nel XV e XVI secolo era Milano. Missaglia e Negroli erano i più celebri in questa città. La più grande concorrente sul continente fu Augusta.
Cavalcare con l’armatura indosso era un esercizio di abilità e forza. Le armature erano costruite su misura e si adattavano perfettamente alla corporatura dei soldati, che in genere era asciutta e muscolosa. Le armature osservavano anche la moda e grandi artisti si prestarono a disegnarne forme e decori di altissima qualità. La spada e l’armatura, fatte di buon metallo, costituivano l’equipaggiamento del re e della nobiltà, i simboli di distinzione tra cavalieri, cioè coloro che possedevano un cavallo, e popolani. Questa netta distinzione durò fino a che un cavaliere armato fu in grado di sbaragliare un drappello di fanteria. Con l’avvento degli arcieri il sistema cominciò a mutare. Balestre e archi divennero temibili armi da offesa anche per i cavalieri perché i dardi e le frecce potevano perforare le armature. Le frecce degli archi non riuscivano a perforare le armature più robuste ma ferivano i cavalli che s’imbizzarrivano e disarcionavano il cavaliere. Altre armi furono introdotte sul modello degli attrezzi agricoli: alabarde, mazze e martelli. Queste erano armi in grado di perforare un’armatura. Per proteggere meglio il cavaliere, le armature divennero sempre più pesanti ma la storia ormai volgeva verso nuove metodologie belliche e, infatti, crebbe in importanza la capacità nel tirare di scherma combattendo con equipaggiamenti leggeri. Le spade si fecero meno larghe e adatte a colpire di punta. Gli italiani furono i primi a comprendere queste nuove potenzialità dell’arma. Dopo il 1650 la spada cadde in disuso ma rimase un simbolo del rango. Le contese d’onore furono ancora regolate con le spade; spade leggere e facili da sguainare. Dopo il 1780 tuttavia gli impegni d’onore furono regolati con le pistole.
I cannoni fecero la loro comparsa nel 1300. Verso il 1460, armi da fuoco a mano cominciarono a sostituire la balestra nei campi di battaglia europei. I primi moschetti non fecero cadere immediatamente in disuso elmi e corazze. Al contrario ne accelerarono lo sviluppo. Per circa 150 anni si continuarono quindi a utilizzare corazze, la cui efficacia era aumentata dagli accorgimenti metallurgici e dall’ottimizzazione della struttura. Una buona armatura era in grado di fermare dardi di balestra e i proiettili sparati non a bruciapelo. L’armatura a piastre sostituì quella a cotta di maglia perché relativamente “a prova di palla di moschetto”. Armi da fuoco e cavalleria furono quindi avversari equilibrati sul campo di battaglia per quasi 400 anni. Piastre frontali e posteriori furono utilizzate dal XVIII secolo fino all’inizio del XX secolo in molte unità di cavalleria pesante europee. La pesantezza delle armature dissuase infine i cavalieri dall’indossarle. A partire dalla metà del XVI secolo, un elemento dopo l’altro fu rimosso per ridurre il peso per la fanteria. I guerrieri si presentavano agli appelli senza indossarle, le smarrivano o richiedevano paghe superiori per indossarle. Le antiche armature uscirono così progressivamente dall’uso entrando tra gli oggetti da parata, da galleria nobiliare e infine da museo ma unità di cavalleria pesante (corazzieri) continuarono a usare piastre per il torace e per la schiena fino agli inizi del XX secolo.